venerdì 6 maggio 2011

il corpo della democrazia


La società di massa è un’idea, che ha introdotto nell’immaginario contemporaneo un’altra idea: che l’uomo, da individuo singolo, possa farsi soggetto comune, corpo collettivo. E la democrazia è la forma più comune e allo stesso tempo preziosa, con cui tale corpo si è evoluto.
Negli scorsi giorni, a Torino, decine di migliaia di persone, molte delle quali giovani, hanno affollato gli incontri della Biennale Democrazia. Per discutere sulla salute di questo corpo, approfondirne gli acciacchi, studiarne i rimedi. Il programma è stato ricchissimo. Per fare un po’ d’ordine, ecco alcune riflessioni di prima mano, raccolte tra alcuni giovani attivisti di Acmos.

Andrea Zummo, responsabile del Comitato Salvagente: La democrazia da proteggere e allenare

Di questi tempi, con un clima pesante nell'aria della politica nazionale, si fa un gran parlare del significato di democrazia. Ma al di là delle considerazioni teoriche, potremmo dire che la democrazia è innanzi tutto prassi e realtà. Potremmo paragonare la democrazia a un corpo umano, un corpo complesso, con tante funzioni e organi diversi. Tuttavia, rimanendo nella metafora, un corpo ha bisogno di allenamento, per migliorare le proprie capacità e potenzialità; ha bisogno di cure, per difendersi dai virus che cercano di insidiarlo. Inoltre, nella sua complessità, occorre tenere conto delle funzioni delle componenti del corpo: se uno degli organi del Corpo-Democrazia inizia a vacillare, ha dei deficit di azione, per motivi interni o esterni, anche gli altri saranno provati da questa insufficienza. Come un rene che mal funziona, riflette il suo effetto su tutto il corpo umano, così una magistratura sotto attacco, o un Parlamento svilito nelle sue funzioni, o una Scuola Pubblica che accusa il colpo del taglio dei finanziamenti e del sostegno, o i vertici di un Paese che delegittimano e imbarazzano le Istituzioni che dovrebbero difendere e rappresentare, tutto questo, allo stesso modo, ha effetti sulla tenuta della Democrazia. Norberto Bobbio ci ha insegnato che “La democrazia vive di buone leggi e buoni costumi” e questo deve spingerci nella nostra azione quotidiana, non pensando di avere raggiunto mai l'obiettivo, difendendo la Costituzione dagli attacchi, consapevoli della storia da cui proveniamo. La democrazia si conquista giorno per giorno, e paradossalmente si deve mantenere alta la guardia nei momenti di apparente tranquillità, non solo nelle crisi: per essere preparati nelle situazioni buie, per avere il lungo respiro che ci permette di continuare a correre. E per fare questo è necessario che lo sforzo sia corale, di tutti. La chiave di volta di ogni ragionamento, probabilmente, è mirabilmente riassunta nel comma 2 dell'art. 1 della nostra Carta Costituzionale: quella sovranità, che appartiene al popolo, va esercitata ogni giorno (nelle forme e nei limiti della Costituzione) ed è l'unico modo per mantenere il corpo vivo e attivo.


Simone Bauducco, membro dell’ufficio stampa di Acmos: La democrazia è fisica
La democrazia è fisica. La senti sul tuo corpo. Quando inizia a mancare, patisci e stai male. Sono fisiche le code di centinaia di persone che spalla e spalla condividono metri di coda in attesa di sentire l'ultima conferenza sul Risorgimento. È fisica la fatica di quei cittadini che sono state ore e ore ad ascoltare le nuove frontiere del mondo dell'informazione. Sono fisici i peli delle braccia che si alzano inconsapevolmente alle parole di un vecchio partigiano novantenne francese. È fisico lo sguardo lucido di una ragazza che ascolta il discorso sulla virtù democratica di Zagrebelsky. Sono fisiche le mani che si muovono a ritmo sulle note di Daniele Silvestri. È fisica la stanchezza degli oltre quattrocento ragazzi giunti da tutta Italia per il campus di Biennale Democrazia. È fisico il corpo di Vittorio Arrigoni ritrovato a Gaza la scorsa settimana, ma soprattutto umano.


Il corpo di un essere umano. Il nostro mondo è tutto qua.

Marco Magnone

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