lunedì 28 marzo 2011

Altre stagioni




Le cose vivono, senza sbalzi evidenti, in un fluire continuo e dolce, privo di smottamenti e anse impreviste.
Queste cose riguardano l’inanimato: una cena a modo, l’auto nuova, l’orto che cresce, la quotidianità del lavoro e dell’organizzazione domestica; e l’animato: una storia che non inizia, una che lo fa, un’altra che continua, qualcuno che parte, qualcuno che arriva, qualcun altro che resta. Modellano un corpo unico, le cui regole del gioco potrebbero chiamarsi “biologia degli oggetti”, oppure “meccanica dei corpi”. Invece, c’è solo il tempo, meteorologico e cronologico: più dolce e continuo, più tangibile e inarrestabile del resto, è un sistema cartesiano che non distingue tra bene e male, felicità e infelicità e conosce solo se stesso. Questo può rendere la vita facile o difficile a chi la vive; basta prenderne atto. In questo modo Mike Leigh, nel suo recente Another Year, mette a fuoco un ritratto della vita contemporanea e dei suoi sfridi quotidiani che brilla per esattezza e cinismo. Ma, ancor più, sorprende l’abilità di dare forma e corpo al tempo, senza pretendere di deviarne il corso.

Marco Magnone

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