venerdì 4 febbraio 2011

Il corpo, per fare “mondo” con la natura

Con la mostra di Marta De Menezes e Dario Neira si apre l’Art Program 2011 del PAV all’insegna di un tema emergente nel dibattito culturale odierno: il mondo corporale.
Interpellato su questo cruciale concetto, l’epistemologo francese Bernard Andrieu afferma che “il corpo deve installarsi come una parte del dispositivo artistico facendo ‘mondo’ con la natura”.

Gli artisti del PAV sono consapevoli che il corpo, con il cervello volontario, l’inconscio cerebrale e il laboratorio del cervello psicologico, non è più il centro narcisistico di un individuo dominante una natura esternalizzata e sottoposta. A metà strada tra il nostro cervello e il mondo, il corpo incorpora
informazioni nello stesso momento in cui esprime. Così l’opposizione natura/cultura si dissolve nel continuum della fenomenologia del corpo vissuto in prima persona, nelle azioni come nelle rappresentazioni.
Da questo punto di vista appare evidente che l’ecologia è anche una pratica corporea che implica la nostra responsabilità nella vita quotidiana.
L’ecologia corporea è una pratica del sé che simultaneamente ci induce a prenderci cura degli altri attraverso pratiche di vita ecologicamente virtuose nel contesto dell’etica dei “beni comuni” sia naturali e materiali che immateriali.
Consumare in modo irresponsabile, senza tener conto delle origini del prodotto e dei suoi percorsi inquinanti fino al nostro corpo, ci danneggia tutti e ci deve spingere a sostenere e sviluppare delle biotecnologie dolci.
Anche gli artisti sono impegnati a inventare e prefigurare soluzioni per praticare un nuovo equilibrio nell’interazione tra il corpo e il mondo.

A tale proposito può essere utile un’esposizione schematica della ricerca di Bernard Andrieu sviluppata all’interno del volume Le monde corporel

Le monde corporel: de la constitution interactive du soi
Il corpo e il mondo comunicano. Le loro interazioni, dalla vita fetale fino alla morte, costituiscono la presenza degli altri all’interno di noi stessi.
Gli apporti interdisciplinari delle neuroscienze, della fenomenologia e della psicoanalisi definiscono un’ecologia del sé: l’incorporazione, l’incarnazione, la percezione, l’azione e l’emozione sono descritti nelle loro dinamiche ed emergenze dall’inconscio fino all’intenzionalità corporea. Questa è la premessa al libro di Bernard Andrieu, insegnante di Filosofia ed Epistemologia del corpo alla Facoltà degli Sports dell’Universitàdi Nancy. È il tempo - secondo l’artista - di fondare la “filosofia materialista del corpo pensante” distinguendola dalla filosofia dello spirito, dalla filosofia analitica e dalla fenomenologia trascendentale, poiché queste sono posizioni che mantengono una concezione dualistica tra il corpo e il mondo.

Per Bernard Andrieu il corpo è la struttura personale dell’esperienza che facciamo del mondo, ma l’aspetto saliente è la deduzione che le strutture neurosensoriali della percezione organizzano, in modo per noi inconscio, la scelta e il trattamento delle informazioni ambientali. L’intenzione corporea, elaborata dal cervello, è un’attività incosciente sulla quale la coscienza crede erroneamente di poter decidere. Infatti, gli studi delle neuroscienze sulla dinamica dell’azione corporea hanno dimostrato che il corpo agisce sulla base di impulsi di 450 millisecondi, attraverso quattro fasi a partire appunto dalla “anticipazione cerebrale incosciente”.

L’autore argomenta intorno al legame tra percezione e motricità sottolineando che il percepire non è un comportamento distaccato e preliminare, ma è un orientarsi verso la cosa, un “vidimarla”. L’agire è mettere in un movimento un’intenzione dotata di senso, ma in sostanza, non c’è differenza tra il muovere e il percepire.
Tre esperienze stanno a fondamento del senso di controllo di una azione: il controllo motorio, il controllo situazionale e il controllo razionale.
Dunque non è più possibile descrivere l’attività corporea indipendentemente dal cervello e dalla interazione con il mondo circostante. L’autore quindi evidenzia la costituzione del corpo celebrato affermando che corpo e cervello non possono essere separati e che il cervello si forma nel corpo in modo epigenetico.

Il corpo è cerebrante attraverso lo sviluppo neuronale e la “mielinizzazione” degli apprendimenti acquisiti nell’interazione con il mondo. Questa iscrizione del corpo nel mondo è naturalmente facilitata dall’intensa e continua flessibilità delle strutture neuronali. Il corpo si collega al mondo fin dall’inizio del suo sviluppo (età infantile) attraverso i neuroni-specchio e l’empatia.
La vista dei gesti altrui, confrontata con il nostro vissuto corporeo, rende intellegibile il nostro ambiente di vita e fonda le nostre relazioni sociali.
In conclusione l’autore delinea alcuni concetti innovativi e basilari rispetto alla costituzione del sé: l’indipendenza dello spirito; la sua volontà e libertà riposano in realtà su un’autonomia tutta relativa, cioè quella autorizzata dalle attività neuro cognitive; l’interiorità non è preesistente al corpo poiché essa è il prodotto della storia delle interazioni corporee ed è la rappresentazione di immagini delle idee memorizzate; l’intenzionalità corporea è una pre-strutturazione anticipata dell’azione e un adattamento senso-motorio alle circostanze ambientali del mondo.





Piero Gilardi
Artista, direttore artistico Art Program, PAV

Nessun commento:

Posta un commento