venerdì 1 aprile 2011

Lettera Internazionale n. 107: il corpo e il potere


Il corpo nelle sue relazioni con il potere: è questo l’argomento monografico dell’ultimo numero di Lettera Internazionale, la prestigiosa rivista trimestrale europea di cultura, transnazionale e multidisciplinare, fondata nel 1984 da Antonin Liehm e Federico Coen. Un campo “altro” ma non distonico e per certo confinante con il programma artistico, educativo e formativo 2011 del PAV, incentrato sul mondo corporale. Anzi, un segno forte di come il corpo sia, oggi e nelle più diverse accezioni, argomento emergente, sensibile, necessario.



Il numero, tra pochi giorni in libreria, trae spunto da una frase di Paul Valéry dei Cahiers “il nostro corpo è il nodo di tutte le cose”. I testi affrontano, a vario titolo, aspetti del rapporto tra corpo e politica. Tra gli altri, Ernst Kantorowicz tratta il passaggio dalla totalità all’individualità nel potere, Paula Diehl il corpo mediatico del politico diventato puro intrattenimento, Franco Farinelli il caso “Ruby rubacuori” come emblematico dell’incapacità degli stati moderni di sostenere una politica di flussi migratori sostenibile. Seguono spunti sul rapporto tra corpo e tecnologie: per esempio Felix Stalder, sulla fine della privacy nel web, e David Le Breton, sul corpo “variabile”, che si fa autonomo dalla persona a cui appartiene. Camille Dumoulié presenta poi il corpo come scrittura e la scrittura come corpo pulsante, in un gioco di specchi senza fine. Fabio Tolledi, riprendendo Michel Foucault, ricorda che «il corpo è creato in quel punto ampio dove interagiscono diverse relazioni di potere e numerose forme di sapere».
Ancora, i testi di Pilar Calveiro ed Eduardo Subirats analizzano il rapporto tra potere, corpo e tortura, mentre Georges Didi-Huberman scrive dell’emancipazione dei figuranti da sfondo passivo a comunità attiva della storia reale, a partire da Ejzenštejn. Ritornando perciò in territori più propri del campo dell'arte, Abdelkebir Khatibi delinea un'immagine d'insieme del corpo nelle tradizioni orientale e occidentale e Claudio Strinati del corpo nudo nella storia dell'arte occidentale. Infine, i contributi di Slavoj Žižek e di Elio Matassi sul mito di Orfeo nel melodramma.

Una felice consonanza tra saperi e prospettive.

Marco Magnone

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