venerdì 15 aprile 2011

Il corpo erotico


In un suo recente articolo, uscito su La Repubblica prima, quindi su Minima & Moralia (il blog di Minimum Fax), Giorgio Vasta (Il tempo materiale, Spaesamento), prendendo come spunto la recente ripubblicazione di Ricordo di Anna Paola Spadoni (Giuseppe Mazzaglia, Isbn), rilegge il romanzo erotico degli anni Sessanta in Italia. Presentandolo come un corpo plurale, marginale ai canoni dell’epoca ma vivo, contemporaneo al lettore di oggi.
La chiave allegorica usata è quello del polmone, come organismo pulsante capace di dialogare con il presente. In particolare, nel testo di Mazzaglia, Vasta mette in luce il rapporto tra il protagonista, il professor Achille Savasta, e l’allieva Anna Paola Spadoni, quest’ultima "emblema di un femminile magmatico, originario, un paesaggio di forme che genera ossessione e disorientamento": corpo umano che si fa paesaggio, geografia di relazioni e campo magnetico. Ancora: "La percezione traumatica del corpo dell’allieva corrisponde a un bisogno di stupore, di dipendenza e di stordimento. Un bisogno di regressione e di malessere, l’esperienza di una disgustosa felicità". Qualcosa che occupa l’interstizio tra la semplice pulsione sessuale e il sentimento. Qualcosa di simile a quanto tratteggiato dallo stesso Vasta nel suo recente Spaesamento, ancora una volta un personaggio femminile che si fa esperienza, territorio, continente. Ed è questa la chiave che riporta a galla, rendendola pertinente con i nostri giorni, la letteratura erotica degli anni Sessanta: l’aver messo in primo piano il corpo e la sua allegoria profonda. Un corpo non celato, non contraffatto, non normalizzato. Un corpo che nel suo essere organismo vivo e pulsante comprende anche la propria caducità, in tutta la propria bellezza. Sua e di una particolare idea di mondo.

Il post su Minima & Moralia: http://www.minimaetmoralia.it/?p=4168#comments

Marco Magnone

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