martedì 28 ottobre 2014

Oltre Modo

Nelle profondità del buio
Laura Viale ha avviato Senza titolo (Inframondo) nel 2012, in coincidenza con profonde riflessioni originate da indagini mediche invasive sul proprio corpo, sottoposto a esami diagnostici endoscopici. Il progetto, pensato per l’esplorazione e mappatura di una grotta lavica etnea, si è rivelato di ampio respiro tanto da adattarsi a diverse (e dislocate in località europee) grotte e cavità: punti di contatto tra esterno e interno, varchi d’accesso della complessa orografia del pianeta. Con il workshop Inframondo, realizzato al PAV nel 2013, l’artista ha proposto l’esplorazione, nella completa oscurità, di una cavità profonda dentro la conformazione rocciosa delle grotte di Pugnetto, a circa 825 metri d’altitudine nel Comune di Mezzenile. L’azione si è andata connotando in progress come un vero e proprio metodo, dove la performance sconfina in esercizio di trekking naturalistico e implica un viaggio verso luoghi da esplorare nel concreto e dei quali apprezzare esperienze sensibili: cognitive e di carattere, oltre che artistico, anche psicologico, relazionale, ambientale. Con la guida attenta di speleologi e dopo quasi due ore di cammino, l’escursione si è soffermate in un grande slargo della grotta per una sessione di disegno. Le pareti irregolari e corrugate della caverna sotterranea si sono prestate al frottage di rilievi e depressioni, ottenuti con grafite sfregata su carta millimetrata aderente alla superficie di roccia umida.

Emersione in piena luce

This is the place where I feel at home è un’opera appositamente studiata per il PAV da botto&bruno. Questo lavoro, che riflette sul cambiamento e sulla trasformazione dei luoghi al fine di preservarne la memoria e la percezione, prende in esame, come è abitudine dei due artisti, aree marginali o residuali, spazi al limite quanto estremi, reali o generati dall’immaginazione. L’installazione di botto&bruno, realizzata con un collage fotografico, è caratterizzata da una fitta vegetazione, una coltre di radici e rovi che lascia intravedere il complesso architettonico dell’ex Framtek, la fabbrica che occupava in passato l’attuale area del PAV, e gli scorci dei palazzi che ancora oggi ne definiscono lo skyline. E’ questo un luogo emerso dalla memoria e dall’ispirazione tratta dall’omonimo titolo del brano indie-rock dei The Cinematic Orchestra (la cui traduzione è: Questo è il posto dove mi sento a casa) che invita lo spettatore sulla scena, nella corte del PAV. Se la corte può essere considerata un palcoscenico dell’osservazione e del fluire, i due artisti affidano alla figura di una bambina il ruolo di colei in grado di riattivare e recuperare la memoria. Si tratta di un personaggio che si muove nel nuovo ambiente con la sicurezza di un’esploratrice curiosa e impavida.
Entrare dentro, uscire fuori, queste sono le sfide del Collettivo Oltre Modo, affrontate nel lungo percorso processuale proprio a partire dalla ricerca che i lavori di Viale e botto&bruno hanno suggerito. Un percorso il nostro fatto di esplorazioni, fotografie, disegni e scritture di persone diverse, provenienti da luoghi profondi e segreti, che hanno saputo venire alla luce attraverso l’installazione collettiva visibile a tutti.


Orietta Brombin

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