lunedì 30 luglio 2012

Un buon cuoco dev'essere un perfetto chirurgo (se non un becchino)

I


-Per i lavori di casa i guanti sono fondamentali, morbidezza e resistenza. Morbidezza per non perdere il contatto con la materia, resistenza per il lavoro

-E’ arrivato il carico di carne!
-E’ bella? -Sì, molto bella
-E’ coi timbri rossi?
-Sì -Uhm...la migliore
-Un selvatico cinghiale, buono per tutte le marinate più delicate. Due superbi caprioli dallo sguardo dolce, una carne che ha tutti i profumi della foresta. Dieci dozzine di faraone semi selvatiche allevate a grano e ginepro...

-Tu sai che Bugatti si faceva fare delle scarpe speciali, come un guanto, con il pollice indipendente? -Ma per guidare?
-No, nella vita. Era un artista
-E come si ingrassano i tacchini l’ultimo mese? A cioccolato, noci e cognac
-Senti questa: una buona tazza di cioccolato alle 11 apre lo stomaco per il pranzo. Chi l’ha scritto? -Brillat Savarin
-Ma vaffanculo, sai tutto!

-Questa sera noi diamo una soirée, e se lei vuole essere nostra ospite noi saremmo molto contenti, non è vero Presidente?
-Io alzo il mio bicchiere, non so a che cosa, ma alzo il mio bicchiere
-Marcello, la signorina maestra è una donna di mondo


-Buonasera...
-Buonasera signorina!
-Mi sono decisa a accettare l’invito
-Oh è gentile da parte sua. Si troverà in buona compagnia. Ma entri, entri la prego.
Bisogna divertirsi, c’è una lunga strada da fare... La difficoltà del piatto è stabilire il rapporto tra i sapori del vino e il punto di cottura di ogni tipo di fegato il quale, prima, deve avere macerato nello stesso vino in cui verrà cucinato a metà cottura, perché la cottura definitiva si farà dentro una pasta sfoglia

-Vuole del sanguinaccio? Tu vuoi del sanguinaccio? Qualcuno vuole il mio sanguinaccio?
-Questo era surgelato -E allora? Possiamo noi fermare il progresso?
-Avete gustato il pollame? E adesso passiamo al maiale con la purea di castagne, è uno dei miei vizi...
-Siete grotteschi, grotteschi e disgustosi. Perché mangiate se non avete fame?
-Se escludi il cibo tutto è epifenomeno. La sabbia, la spiaggia, lo sci, l’amore, il lavoro, il tuo letto. Come dice l’Ecclesiaste: Vanitas vanitatum... mangia! E dai mangia troia!

-Cosa fa qui questo pollo, in un acquario? Lo trova normale lei?
-Vieni in cucina a vedere Ugo, bisogna che smetta di mangiare, vieni
-E’ grande abbastanza per sapere quel che fa. Non ho nessuna influenza su di lui...
-Mangia piccolo Michel, se tu non mangi non puoi morire -Non avete capito niente, non si può morire mangiando! Vieni via dai -No, io rimango -Io vado, ho vomitato tutta la notte. Per i soldi vedi un po’ con Anna...

-Allora, la mangiamo questa torta, sì o no? Bisogna mangiarla. E’ per te, è molto dolce, e molto buona
-Sei un ingordo, mangi troppo. Hai sempre mangiato troppo!

-Venite, aiutatemi! E’ una catastrofe! E’ immondo, è spaventoso! E’ mostruoso, non lasciatemi da solo... questa merda mi travolge! L’odore della merda non ci lascerà mai più. Scusa...
-Va meglio?
-Ho freddo, ho freddo...
-Philippe!
-C’è qualcuno? Buongiorno, è la carne. Dove la mettiamo?
-In giardino
-In giardino?! Ma è carne buona sa... -Sì, in giardino, là in fondo.
-Va bene così signorina? La carne in giardino, ahahah...


II

-C’ho una fame!
-Pure io...
-Ehi amico, fermati, ridacci il pollo! Se l’è mangiato tutto
-Manco un osso c’ha lasciato

-Il cielo...
-Eeeh?
-Il cielo... ammazza quanto cielo c’è!
-Non ti gira un po’ la testa?
-Un pochetto
-Pure a me. E’ la debolezza
-Non la debolezza, come si chiama?
-La fiacca
-Eh eh, la fiacca. Vedo tante palline colorate come scintille. Tin tin tin, rosse, gialle, arancioni
-Verdi, azzurre, come luccicano...

Maestro sia gentile, inviti pure noi.
-Ora mi metto pure a invitare?
-Ma noi abbiamo fame. Ci faccia mangiare, abbiamo fame. Ci inviti maestro
-Ma vestiti così? Eh via...abbiate pazienza questi hanno occhio. E poi come vi invito? Io non pago mica il conto. Io mangio, bevo e poi... faccio il vento
-Lo facciamo in tre il vento

-I signori gradiscono?
-Un chilo di spaghetti!
-A me come lui, un chilo di pastasciutta 
-Come la volete la pasta?
-Subito! Mettiti una mano sulla coscienza, il formaggio, l’olio, il burro...

-Abbiamo rivomitato tutto!
-Tanto lavoro per niente. Come mi rode!
-La prima volta che avevo fatto una bella mangiata. Siamo stati sazi appena due minuti
-Essì, tutta quella roba, due minuti... non ha fatto nenche in tempo a arrivare nella pancia
-Fame, freddo, sonno. Fa bene andare a letto digiuni

Toscana, terra di bistecche alla fiorentina, carne alla griglia, spiedini di salsicce, tutta roba alla brace... Toscana... certe tagliatelle fine, fine, fine, quasi non si vedono!
-Andiamo per le campagne perché ci sono cose genuine: cavalli, pecore, vacche, mucche, puledri, ossi buchi...
-Maestro quanto manca?
-Due chilometri
-Coraggio, ancora due chilometri di fame

-Minestra, minestra... odore di minestra 
-Maestro?
-Shh, minestra... è là!
-Ma è vero, la minestra!
-Fermi! La nostra minestra!!! Ladri, ammazziamoli subito!
-Ma che siete matte, per un piatto di minestra? Noi passavamo di qui, abbiamo sentito l’odore e... che ne sapevamo?
-Non abbiamo fatto niente, non l’abbiamo neanche assaggiata
-Al palo, al palo!
-Ma chi l’ha toccata...
-Strappiamogli le unghie!
-Diamogli fuoco!
-No, sotterriamoli con la testa fuori, li facciamo mangiare dalle formiche
-Signore operaie, per un po’ di minestra, era pure sciapa
-Lasciamoli qui legati

-Ehi tu, scioglici!
-Via svelti, se no ci riacchiappano
-Grazie! -Scusate ho fretta, devo andare a lavorare, faccio il cameriere. In un ristorante dove il mangiare si spreca, ce n’è a volontà
-Aspetta, aspetta, dove sta sto ristorante?
-Ma davvero c’è tutta sta roba che dici?
-Tutto, tutto, dalla A alla Z, tutta roba fresca che viene dall’estero, carni, formaggi, funghi, funghi grossi come ombrelli, frutti di mare freschi, freschissimi, pesce che ancora si muove, antipasti che...
-Che è un peccato a mangiarli
-Esatto!
-E quanto manca?
-Laggiù, dietro al cimitero...
-Basta che ci dai da mangiar qualcosa però, perché io mi son stufato di stare sempre lì a dire che ho fame...
-Una volta ai morti gli portavano le scodelle con le vivande, la frutta, ci tenevano
-Bella usanza, una volta mangiavano pure i morti
-Adesso non si mangia neanche da vivi...
-Hai fame, eh?
-Come te ne sei accorto, si vede?
-La fame si sente, non si vede. E’ come un’altalena invisibile, va e viene, va e viene
-Scusate ma state parlando con un esperto, non sono d’accordo. La fame è come una malattia, viene e non se ne va più. La fame è come l’anima, che ci lascia dopo morti


I La grande abbuffata, di Marco Ferreri, con Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Andréa Ferréol - 1973

II Il Minestrone, di Sergio Citti, con Franco Citti, Ninetto Davoli, Roberto Benigni - 1981




Norma Jeane
Artista

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